Buddha, personaggio realmente esistito (Siddharta Gautama, detto “il risvegliato”, 566 a.C.–486 a.C.) , quando iniziò la sua vita ascetica si sottopose a pesanti digiuni e di conseguenza non poteva essere certo pasciuto.
Eppure le sue immagini “panciute” sono prevalenti nel nostro immaginario collettivo.

Siddharta Gautama in meditazione
La variante cinese
Il Buddha grasso, noto come “Buddha felice”, è in realtà una variante popolare cinese, ispirata a Budai, eccentrico monaco vissuto intorno al X secolo d.c, che sembra abbia condotto una vita da gaudente prima di dedicarsi a quella ascetica.

Quando finalmente raggiunse l’illuminazione gli fu attribuito l’appellativo di Buddha. Egli viene sempre raffigurato come grasso e calvo e la sua grande pancia, che i devoti toccano in cerca di felicità, è simbolo di gioia e fortuna, ma anche di bontà.
In oltre porta sempre una sacca sulle spalle o sotto il braccio che non si svuota mai e con la quale nutre i poveri e i bisognosi; è piena di piante di riso (simbolo di abbondanza), dolci, cibo e molte cose di grande valore. Spesso ha con sé una ciotola da elemosine, che rappresenta la sua natura di monaco buddhista.

Differenze
Si potrebbe dire, in un certo senso, che la differenza fra il mistico ed emaciato Siddharta e il panciuto Sidai è la stessa che passa tra Gesù Cristo e Babbo Natale.