Decreto rave, covid: cosa cambia, dai no vax ai vaccini

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha inserito all’interno del Decreto rave una serie di misure che riguardano i no vax e i vaccini: scopriamo insieme cosa cambia.

Il Decreto Rave, che contiene il provvedimento riguardante gli assembramenti illegali, consta anche di una serie di misure che riguardano  i no vax e i vaccini. Si tratta di alcune novità che apportano una serie di modifiche che è bene conoscere.

Decreto rave, covid: cosa cambia, dai no vax ai vaccini

Di seguito, andremo ad approfondire nel dettaglio tutte quelle che sono le misure che oramai sono state abolite dal nuovo esecutivo: scopriamo insieme quali sono le novità apportate.

Decreto Rave, cosa cambia

Decreto rave, covid: cosa cambia, dai no vax ai vaccini

Tanto per cominciare, la misura in esame segna l’abrogazione del green pass per accedere alle strutture sanitarie. Prima infatti per poter entrare all’interno di ospizi, e in generale di strutture sociosanitarie, era necessario essere muniti di certificato verde. La misura peraltro, non riguarda solamente i pazienti che si trovano ricoverati al loro interno, ma anche gli accompagnatori. Nello specifico, questi non dovranno più sottoporsi a test rapido o molecolare anche per accedere alle prestazioni di pronto soccorso. a detto, però, che è stato rinnovato l’obbligo di indossare le mascherine nelle predette strutture fino al 30 aprile del 2023.

All’interno del decreto in esame è contenuta anche la misura che prevede il reintegro degli operatori sanitari che si erano rifiutati di vaccinarsi. Questi, infatti, potranno rientrare a lavoro grazie all’anticipo della fine dell’obbligo vaccinale. Fissato al 31 dicembre, il provvedimento è intervenuto in maniera retroattiva fissandola al 1 novembre.

Oltre a ciò, si è proceduto con la sospensione delle multe per le persone con età superiore ai 50 anni che non hanno provveduto a sottoporsi alla vaccinazione. In particolare, la sospensione va a partire dall’entrata in vigore delle sanzioni fino al 30 giugno 2023.

Ad ogni modo, l’abrogazione di una serie sostanziosa di misure relative al contenimento del virus giungono proprio mentre si stanno facendo più serrati i controlli che riguardano le persone che arrivano dalla Cina. Qui infatti si sta consumando un’ondata di contagi che potrebbe portare l’Italia, e non solo, a dover far fronte ad un prepotente ritorno del virus con tutte le conseguenze del caso sul sistema sanitario nazionale.

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