Pensioni: si torna alla legge Fornero se non esce una nuova legge

In materia di pensioni, è bene sapere che se non esce una nuova legge si tornerà alla Fornero: approfondiamo l’argomento che interessa milioni di italiani.

Il nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni si troverà ad affrontare diverse emergenza che riguardano non solo l’aumento dei prezzi causato dalla crisi energetica ma anche le pensioni. A tal proposito, va detto che qualora non si procedesse all’introduzione di una nuova legge, ci sarebbe il ritorno della Fornero.

Pensioni: si torna alla legge Fornero se non esce una nuova legge

Scopriamo insieme quanto c’è di vero in questa ipotesi che oramai viene paventata da numerosi esperti generando non poca preoccupazione nei lavoratori che non sanno quando potranno godersi il meritato riposo.

Si ritorna alla Legge Fornero: ecco cosa sta succedendo in materia di pensioni

Pensioni: si torna alla legge Fornero se non esce una nuova legge

Il Governo Meloni avrà a disposizione un tempo piuttosto limitato per poter procedere con l’introduzione di una nuova legge ed evitare quindi il ritorno della tanto odiata Riforma Fornero a gennaio 2023. Con la fine del 2022, difatti, giunge in scadenza Quota 102 che prevede la possibilità di andare in pensione a 64 anni di età e con 38 anni di contributi. Va detto che la misura introdotta da Mario Draghi non ha risposto alle aspettative dal momento che con la fine dell’anno si avranno 10 mila uscite di contro alle oltre 16 mila previste. Come se non bastasse, il 31 dicembre scadono anche Opzione donna e Ape sociale.

A tal proposito sono voluti intervenire i sindacati che hanno sottolineato la necessità di costruire un’intesa che vada a evitare che dal 1 gennaio si presenta il rischio che si andrà in pensione a 67 anni. Luigi Sbarra, leader della Cisl, insieme a quelli di Uil e Cgil ha chiesto l’apertura a Quota 41, sistema che trova il parere favorevole della Lega.

Va detto però che attualmente gli ostacoli sarebbero rappresentati dai conti pubblici che di fatto non sono in condizioni ottimali. Stando alle stime eseguite dall’Inps, per consentire l’uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di versamenti, al di là dell’età, sono necessari 4 miliardi. Non sono dello stesso parere invece i sindacati e la Lega che hanno fatto sapere che il costo in realtà sarebbe più basso e si aggirerebbe intorno a 1,3 miliardi di euro.

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