Nuova pandemia caso tubercolosi in una scuola superiore 150 persone prese in esame

Nuovi casi di tubercolosi in una scuola superiore allarmano. 150 persone messe sotto esame

Se c’è una cosa che la pandemia da Coronavirus ha insegnato è che anche le cose che appaiono un’utopia, come chiudere in casa interi stati e vedere città completamente deserte, possono in alcuni casi diventare una tragica realtà. La seconda cosa, è che quando si tratta di salute niente può essere sottovalutato e lasciato al caso.

Ecco perché da ormai tre anni ogni tipo di virus o possibile malattia contagiosa viene trattato con estrema attenzione e cautela, e immediatamente scatta l’allarme per bloccare subito i contagi e impedire che lo scenario possa diventare quello catastrofico visto con il covid.

A seminare il panico, questa volta, è stata la Tubercolosi, malattia infettiva causata da un batterio, il Mycobacterium tuberculosis, che interessa i polmoni. Questa sembra appartenere ad un’epoca passata, ma di tanto in tanto torna a ricordare quanto possa essere pericolosa. Come nell’ultimo caso riscontrato proprio in Italia, che ha subito sollevato la preoccupazione generale e messo in allerta le istituzioni sanitarie per evitare che questa possa trasformarsi in una nuova tragica pandemia.

Tubercolosi, un caso a Treviso: scatta il protocollo sanitario

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Un caso di tubercolosi è stato infatti rilevato nell’istituto Duca degli Abruzzi a Treviso. Ad essere contagiato è stato uno dei personali docenti della scuola superiore, come spiegato da una nota dell’Ulss. La malattia è stata scoperta quasi per caso, per il malessere manifestato dalla persona (tra i sintomi tipici della malattia vi sono dolore toracicofebbre sudorazioni notturne). I controlli fatti  hanno diagnosticato la malattia della tubercolosi. La situazione ha ovviamente allertato subito tutti i controlli all’interno della scuola. Immediatamente si è messo in modo il protocollo sanitario per tutelare tutti gli studenti.

150 persone entrate a contatto (la tubercolosi si trasmette per via aerea) si dovranno sottoporre al test per verificare la loro condizione. In caso di esito negativo, questo sarà ripetuto ogni due o tre mesi. Intanto le attività proseguono, ovviamente monitorando con estrema attenzione la situazione. La guardia, ovviamente, è sempre altissima affinché la situazione non sfugga di mano e la situazione possa risolversi senza ulteriori contagi.

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