Alzheimer scoperta incredibile: colpisce di più una tipologia di persone, gli studi

Grazie ad uno studio pubblicato sulla rivista Cell, si è riusciti a scoprire che l’Alzheimer colpisce di più una tipologia di persone. Ecco cosa c’è da sapere.

L’Alzheimer è una malattia molto seria che indica la perdita di memoria e di tutte quelle abilità mentali che di fatto minano la vita nel quotidiano. Si tratta di una forma di demenza che colpisce circa il 5 per cento della popolazione e che da uno studio pare sia più diffusa in una determinata tipologia di persone.

Grazie ad uno studio pubblicato sulla rivista Cell, si è riusciti a scoprire che l'Alzheimer colpisce di più una tipologia di persone. Ecco cosa c'è da sapere. L'Alzheimer è una malattia molto seria che indica la perdita di memoria e di tutte quelle abilità mentali che di fatto minano la vita nel quotidiano. Si tratta di una forma di demenza che colpisce circa il 5 per cento della popolazione e che da uno studio pare sia più diffusa in una determinata tipologia di persone. Si tratta senza ombra di dubbio di una scoperta che cambia in maniera radicale il modo di trattare questa malattia che a conti fatti è in grado di spazzare via tutta la memoria delle persone che ne sono affetti. Alzheimer, la scoperta che cambia tutto Grazie ad uno studio effettuato sui roditori è stato possibile scoprire che la malattia in esame è più frequente in una determinata tipologia di persone. In particolare è emerso che ad ammalarsi di più sono le donne e la causa sarebbe da ricercare nel fatto che all'interno del loro cervello sarebbe presente in misura maggiore rispetto agli uomini l'enzima USP11. Questa finisce per determinare un eccessivo accumulo di proteine di natura tossica con tutte le conseguenze del caso sulla salute. In genere queste vengono eliminate grazie agli enzimi ma può capitare che tale processo subisca delle anomalie e dunque cominci a non funzionare bene. In ogni caso, uno studio messo in atto sui roditori ha portato alla scoperta del fatto che mediante l'eliminazione nel cervello degli esemplari femmine l'enzima in questione, si può preservare gli animali dal declino di natura cognitiva. Di conseguenza, grazie a questo dato è stato possibile dimostrare che in presenza di un'attività dell'enzima USP11 nelle donne aumenterebbe il rischio di ammalarsi di Alzheimer. David Kang, della Case Western Reserve School of Medicine, si è espresso al riguardo affermando che si tratta di una scoperta che getta basi importanti per lo sviluppo di farmaci sempre più efficaci contro questa tremenda malattia. Per questo il team di esperti che è riuscito a raggiungere questo risultato si è detto estremamente soddisfatto.

Si tratta senza ombra di dubbio di una scoperta che cambia in maniera radicale il modo di trattare questa malattia che a conti fatti è in grado di spazzare via tutta la memoria delle persone che ne sono affetti.

Alzheimer, la scoperta che cambia tutto

Grazie ad uno studio pubblicato sulla rivista Cell, si è riusciti a scoprire che l'Alzheimer colpisce di più una tipologia di persone. Ecco cosa c'è da sapere. L'Alzheimer è una malattia molto seria che indica la perdita di memoria e di tutte quelle abilità mentali che di fatto minano la vita nel quotidiano. Si tratta di una forma di demenza che colpisce circa il 5 per cento della popolazione e che da uno studio pare sia più diffusa in una determinata tipologia di persone. Si tratta senza ombra di dubbio di una scoperta che cambia in maniera radicale il modo di trattare questa malattia che a conti fatti è in grado di spazzare via tutta la memoria delle persone che ne sono affetti. Alzheimer, la scoperta che cambia tutto Grazie ad uno studio effettuato sui roditori è stato possibile scoprire che la malattia in esame è più frequente in una determinata tipologia di persone. In particolare è emerso che ad ammalarsi di più sono le donne e la causa sarebbe da ricercare nel fatto che all'interno del loro cervello sarebbe presente in misura maggiore rispetto agli uomini l'enzima USP11. Questa finisce per determinare un eccessivo accumulo di proteine di natura tossica con tutte le conseguenze del caso sulla salute. In genere queste vengono eliminate grazie agli enzimi ma può capitare che tale processo subisca delle anomalie e dunque cominci a non funzionare bene. In ogni caso, uno studio messo in atto sui roditori ha portato alla scoperta del fatto che mediante l'eliminazione nel cervello degli esemplari femmine l'enzima in questione, si può preservare gli animali dal declino di natura cognitiva. Di conseguenza, grazie a questo dato è stato possibile dimostrare che in presenza di un'attività dell'enzima USP11 nelle donne aumenterebbe il rischio di ammalarsi di Alzheimer. David Kang, della Case Western Reserve School of Medicine, si è espresso al riguardo affermando che si tratta di una scoperta che getta basi importanti per lo sviluppo di farmaci sempre più efficaci contro questa tremenda malattia. Per questo il team di esperti che è riuscito a raggiungere questo risultato si è detto estremamente soddisfatto.

Grazie ad uno studio effettuato sui roditori è stato possibile scoprire che la malattia in esame è più frequente in una determinata tipologia di persone. In particolare è emerso che ad ammalarsi di più sono le donne e la causa sarebbe da ricercare nel fatto che all’interno del loro cervello sarebbe presente in misura maggiore rispetto agli uomini l’enzima USP11.

Questa finisce per determinare un eccessivo accumulo di proteine di natura tossica con tutte le conseguenze del caso sulla salute. In genere queste vengono eliminate grazie agli enzimi ma può capitare che tale processo subisca delle anomalie e dunque cominci a non funzionare bene.

In ogni caso, uno studio messo in atto sui roditori ha portato alla scoperta del fatto che mediante l’eliminazione nel cervello degli esemplari femmine l’enzima in questione, si può preservare gli animali dal declino di natura cognitiva. Di conseguenza, grazie a questo dato è stato possibile dimostrare che in presenza di un’attività dell’enzima USP11 nelle donne aumenterebbe il rischio di ammalarsi di Alzheimer.

David Kang, della Case Western Reserve School of Medicine, si è espresso al riguardo affermando che si tratta di una scoperta che getta basi importanti per lo sviluppo di farmaci sempre più efficaci contro questa tremenda malattia. Per questo il team di esperti che è riuscito a raggiungere questo risultato si è detto estremamente soddisfatto.

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