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Alzheimer svolta definitiva nel trattamento della malattia, un farmaco miracoloso

La ricerca in merito ad una grave patologia quale è l’alzheimer è giunta ad una svolta definitiva: ecco il farmaco miracoloso per il trattamento della malattia.

La malattia di Alzheimer è una sindrome davvero grave che colpisce per la maggior parte le persone di età superiore ai 65 anni. La sua insorgenza è lenta ma progressiva e causa una serie di sintomi particolarmente seri. Tra i vari ci sono disturbi del linguaggio, difficoltà di esecuzioni delle attività quotidiane come anche disorientamento e depressione.

Ciò detto, riguardo a questa patologia la ricerca sta facendo grandi progressi non a caso è stato scoperto un farmaco miracoloso per il trattamento della stessa.

Alzheimer, il nuovo farmaco che cambia tutto

La Food and Drug Administration ha autorizzato un farmaco per l’Alzheimer delle società Eisai e Biogen. Si tratta in particolare del Leqembi che ha fatto registrare risultati che fanno ben sperare per la cura della malattia. Il suo costo è di 25mila euro all’anno a persona.

Nello specifico, il farmaco in questione è stato autorizzato nei pazienti affetti dalla malattia ma in fase iniziale, tuttavia, più avanti, non è stato escluso un ampliamento della fascia di persone a cui viene destinato. Va detto che si tratta di un farmaco che presenta degli effetti collaterali e che prevede di sottoporsi a due iniezioni al mese. Chiaramente, spetterà a ciascun paziente valutare se i predetti svantaggi  siano di gran lunga inferiori ai benefici derivanti dal trattamento con il farmaco in questione.

Questo in particolare, così come ha affermato la dott.ssa Joy Snider della Washington University di St. Louis, non evita il possibile peggioramento del quadro clinico dei pazienti affetti da Alzheimer ma è anche vero che è in grado di rallentarlo.  Oltre a ciò, Billy Dunn, direttore dell’Office of Neuroscience presso il Center for Drug Evaluation and Research della Fda, al riguardo ha affermato che si tratta di una terapia che non si limita solamente a curare i sintomi ma anche di influenzare il processo patologico alla base della malattia.

Si tratta senza ombra di dubbio di una scoperta davvero importante che si pone nell’ottica di intervenire in maniera efficace al fine di evitare che le persone si trovino a dover fare i conti con quella che, a tutti gli effetti, è una patologia che devasta, non solo coloro che ne soffrono, ma anche chi gli sta intorno. Ciò detto, non resta che attendere nuovi e ulteriori sviluppi in merito alla questione che riguarda migliaia di persone che vengono colpite dalla malattia.

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