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Autismo, come ridurre l’iperattività, scoperta incredibile

E’ stata fatta una scoperta incredibile in merito all’autismo: ecco come ridurre l’iperattività nei bambini.

L’autismo è un disturbo che va ad intaccare il neuro sviluppo rendendo difficoltoso il linguaggio e inevitabilmente la comunicazione. Le persone affette da questa patologia presentano difficoltà nell’interazione sociale e tendono ad assumere comportamenti ripetitivi. Inoltre, in molti casi risultano essere particolarmente ripetitivi.

Uno studio pubblicato su Journal of Psychiatry Research ha condotto ad una importante scoperta che riguarda la possibilità di ridurre in maniera efficace l’iperattività nei bambini autistici.

Autismo: la scoperta contro l’iperattività

Lo studio in questione è stato portato avanti su 70 pazienti di età compresa tra i 4 e i 12 anni ed ha fatto emergere che la combinazione tra palmitoiletanolamide, Pea, e risperidone risulta essere particolarmente efficace nel trattamento dell’iperattività. I benefici, peraltro, risultano essere più elevati rispetto alla combinazione consueta tra risperidone e placebo. Gli effetti positivi, tra le altre cose, sarebbero stati riscontrati anche sul linguaggio.

Il professor Luca Sterardo, tra gli autori dello studio, ha affermato al riguardo che l’importanza dei risultati ottenuti nasce soprattutto dal fatto che non sono stati riscontrati fenomeni avversi da parte del composto nei bambini che sono stati sottoposti al trattamento. L’iperattività insieme all’irritabilità difatti sono sintomi piuttosto frequenti nei bambini affetti da autismo: grazie alla scoperta in esame, ora sappiamo che la palmitoiletanolamide risulta essere una molecola che svolge un ruolo antinfiammatorio che finisce per migliorare la sintomatologia in maniera sicura.

L’autismo, peraltro, risulta essere favorito da una neuroinfiammazione di cui non si conoscono ancora bene le cause. Al riguardo, infatti, Sterardo ha spiegato che il disturbo dello spettro autistico presenta un’origine multifattoriale e ad oggi non si è ancora in grado di stabilire precisamente i meccanismi alla base della patologia. In ogni caso, l’esperto ha sottolineato l’importanza del risultato dello studio che difatti apre la strada ad un nuovo modo di intervenire per ridurre i sintomi generati dal disturbo. L’obiettivo, in poche parole, è quello di mettere in atto interventi sempre più efficaci chiaramente cercando di approfondire nel dettaglio le cause che risultano essere alla base dell’insorgenza dell’autismo e della sua progressione,

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