La cultura mongola è diretta discendente dalle tradizioni pastorizie dei nomadi che risiedevano nella prateria. Purtroppo la globalizzazione e l’influsso dei cinesi hanno portato alla scomparsa quasi definitiva della pastorizia, dunque del grande patrimonio culturale mongolo e delle antiche tradizioni in Mongolia. Secondo alcuni, questo è avvenuto a causa della necessità, per il commercio internazionale, di bonificare la maggior parte dei terreni.

Tradizioni
I mongoli usavano (e la maggior parte usa ancora) abitare in grandi tende, chiamate yurte (ger in lingua mongola), e avevano l’abitudine di cacciare a cavallo, utilizzando dei particolarissimi strumenti chiamati uurga, lunghi bastoni a cui veniva legato un cappio. Li utilizzavano i guardiani di cavalli per addomesticarli, ma anche i cacciatori per cacciare i lupi, ancora abbondanti in Mongolia

Niente Volatili!
La dieta alimentare dei mongoli era costituita da pecore, cavalli, gazzelle, marmotte e non prevedeva assolutamente volatili, verso i quali essi portavano grande rispetto.Si credeva infatti che essi volavano alti verso il Tengger (Cielo, divinizzato). Delle antiche tradizioni in Mongolia inoltre, significativo tuttora un grande rispetto nei confronti del lupo, totem mongolo per generazioni e figura mitica, vista come la più amata dal Cielo e presa a modello di coraggio, forza d’animo, rispetto per la natura, coesione sociale, irremovibilità.

Olio di Marmotta
Un altro aspetto caratterizzante dei mongoli è l’utilizzo dell’olio di marmotta, che veniva impiegato per diversi scopi: restando liquido fino a bassissime temperature, poteva essere utilizzato dai guardiani di cavalli per non congelarsi il volto d’inverno, ma anche per lavorare le pelli (le rendeva infatti più resistenti) e poteva anche essere impiegato in cucina. In caso di necessità era pure un buon rimedio contro le scottature. Oltretutto da una marmotta si riusciva a ricavare un chilo di olio.
