La Marcia del Sale fu una manifestazione non violenta che si svolse dal 12 marzo al 5 aprile 1930 in India ad opera del Mahatma Gandhi, nell’ambito della Satyagraha.

La manifestazione si svolse contro la tassa sul sale, su cui vigeva un assoluto monopolio imperiale, imposta dal governo britannico a tutti i sudditi dell’India, residenti europei compresi. Consistette in una marcia di oltre 320 km a piedi da Ahmedabad a Dandi, nello stato del Gujarat, sull’Oceano Indiano, con lo scopo di raccogliere una manciata di sale dalle saline, rivendicando simbolicamente il possesso di questa risorsa preziosa al popolo indiano.
La marcia fu l’episodio più significativo del nazionalismo indiano
La scelta di attaccare la tassa sul sale, invece di altre imposte imperiali, fu giustificata con il fatto che essa colpiva pressoché tutti gli indiani, anche quelli appartenenti alle caste più misere. Il Mahatma rivolse un appello direttamente al viceré, offrendosi di revocare la marcia se fossero state accolte undici richieste: quando fu chiaro che il viceré non intendeva neppure incontrarlo per esporre le richieste
Gandhi pronunciò il discorso con le celebri parole:
“ho chiesto in ginocchio pane ed invece ho ricevuto pietre”

Una marcia pacifica
La sera prima della partenza, Gandhi parlò di fronte a migliaia di persone: anche se quella fosse stata l’ultima sua preghiera, invitava continuare a lottare senza mai ricorrere alla violenza. In questo, diede seguito ai fondamenti del suo pensiero della non violenza, secondo cui c’è “un’inviolabile connessione tra i mezzi ed il fine, alla stessa stregua di quella tra il seme e la pianta”.
Un gesto forte di Gandhi: la raccolta del sale
La marcia a piedi si svolse per 24 giorni; agli iniziali 79 discepoli si aggiunsero molti altri dimostranti, per tutto il percorso, arrivando alle saline del Butan con migliaia di persone. Gandhi il 6 aprile1930 a Dandi raccolse una manciata di sale direttamente sulla spiaggia, nel gesto che in violazione delle leggi imperiali compivano molti nullatenenti indiani rischiando l’arresto.

Nulla cambia
L’episodio – molto più simbolico che deleterio per il monopolio britannico sul sale – ebbe molto scalpore in tutto l’Impero indiano, e perfino i giornali britannici ne diedero notizia. Il movimento di disobbedienza proseguì per quasi un anno, portando a circa 80 mila arresti di persone che violavano la tassa del sale allo stesso modo di Gandhi: cessò con il rilascio del Mahatma e con la convocazione di una seconda tavola rotonda per negoziati, da parte del viceré Lord Irwin, ma essa non produsse alcuna concessione concreta da parte britannica.

Forse potrebbe interessarti anche: L’uomo degli alberi – Abdul Samad Sheikh